[Recensione] Superhot
Al giorno d’oggi si parla tanto di violenza nei videogiochi, con delle mosse piuttosto scorrette atte a demonizzare tale medium videoludico imputandogli colpe che – a mio stretto parere personale – non gli riguardano affatto. Sarà per l’ultra realismo al quale le nuove produzioni videoludiche puntano o per l’estrema credibilità delle situazioni messe in scena sapientemente dai vari creative director a far credere al grande pubblico che una semplice opera di FINZIONE possa essere in grado di manipolare le nostre menti? Questo noi ovviamente non lo possiamo sapere per certo, ma dobbiamo assolutamente dare atto al SUPERHOT team di aver dato i natali ad una delle più adrenaliniche esperienze FPS – capace ancora oggi di affermarsi come progetto unico nel suo genere – basata interamente sul concetto di finzione, talmente esplicito da non lasciare dubbi a nessuno. Oggi siamo particolarmente felici di potervene parlare, poiché come sicuramente sapete dopo numerosi rumor e spiacevoli leak la versione Nintendo Switch è stata rilasciata a sorpresa in occasione del recente Indie World. Non esitiamo, dunque, e tuffiamoci a capofitto all’interno di questa ennesima riedizione del piOS.
Per quelle pochissime persone che non conoscono Superhot, questo è uno sparatutto straordinariamente innovativo nel quale il tempo si muove solamente quando ci muoveremo noi. C’è da ammettere che questo “slogan” non è completamente veritiero, poiché anche se stiamo fermi il mondo di gioco procede a ritmi lentissimi, però è pur sempre in grado di descrivere in maniera piuttosto precisa quello che è il concept base del gioco. All’inizio sarà difficile ambientarsi e metabolizzare il gameplay, stiamo pur sempre parlando di un qualcosa di mai visto prima d’ora, ma posso assicurarvi che dopo i primi due tre livelli introduttivi il tutto si rivelerà piuttosto semplice da gestire e – soprattutto – non riuscirete più a staccarvi dal vostro controller. Superhot non è comunque un gioco facile, sia chiaro, e richiederà grandi doti di pianificazione per superare uno ad uno i vari stage ai quali saremo sottoposti.
Se è vero che da fermi il tempo rallenta sensibilmente, è altrettanto corretto dire che muovendoci tutto attorno a noi reagirà alle nostre azioni in maniera piuttosto rapida attraverso una IA dei nemici estremamente reattiva. La varietà di armi a nostra disposizione, e a disposizione dei nostri rivali ovviamente, è tale per cui si possono pianificare numerose strategie di attacco (tranne in alcuni specifici casi dove il gioco ci pone di fronte a piccole sfide). Anche la struttura del gameplay favorisce moltissimo la pianificazione, in quanto si dovrà procedere a piccole dosi, ma non dimenticate che il tempo non si fermerà mai definitivamente per davvero.
Gli unici nemici da affrontare sono gli iconici ragazzoni cremisi, costituiti da un materiale talmente fragile da andare in frantumi al primo colpo (tranne se approcciati a mani nude, dove richiedono tre pugni ben assestati per andare al tappeto). Ovviamente lo stesso vale per noi, e quindi non avremo alcuna barra della salute; un colpo ed il livello va resettato. La strategia di attacco è comunque semplice: si affronta un nemico per volta, stando ben attenti che quelli attorno a noi non siano un pericolo in quel determinato momento, e poi si passa al successivo. Se si finiscono le munizioni l’unica cosa da fare è lanciare prontamente l’arma e procurarsene quanto prima una nuova, sperando di non soccombere durante il tragitto. L’esperienza è piuttosto variegata, ci sono armi a cadenza singlo, multipla, fucili, armi bianche, e verso la fine del gioco è anche possibile proiettare se stessi nel corpo di un nemico uccidendolo all’istante. Insomma, quando vi dicono che Superhot è un’esperienza unica nel suo genere potete pure stare certi che vi stanno dicendo la verità.
Quasi tutti gli stage incominciano con noi in un punto specifico del livello e disarmati, con nemici che spawnano secondo delle regole ben precise: l’obiettivo è quello di schivare tutto il possibile, recuperare la prima arma utile e dare via al massacro. La cosa che ho apprezzato maggiormente è che Superhot non è in alcun modo (almeno nella sua campagna principale) un roguelike. Questo significa che nulla di ciò che affronteremo è casuale, ma seguirà delle logiche ben precise dettate dagli sviluppatori che hanno dedicato moltissimo tempo a rifinire il particolare level design del gioco. Anche la trama, presente in maniera velata, gioca un ruolo fondamentale per giustificare il contesto, ed è davvero gestita in maniera eccellente.
Devo ammettere di non aver provato il gioco nelle sue precedenti incarnazioni, ma sono abbastanza convinto che anche chi lo ha fatto troverà in questa versione Switch un buon pretesto per tornare ad ammazzare cattivoni rossi. Certo, forse non è consigliato farlo al prezzo di €22,99 (riferito solo a chi ci ha giocato in precedenza) in virtù anche di una longevità non proprio eccelsa (diciamo assestata sulle 3 orette). Certi livelli sono semplicemente stupendi da affrontare (come uno dove dobbiamo gestire una situazione in cui siamo dentro un ascensore disarmati con 3 nemici pronti ad ucciderci) e anche le situazioni proposte non stancano mai. Anche la progressione delle abilità varie riesce a tenere sempre sostenuti i ritmi di gioco e non portare mai a noia, aggiungendo sempre un pizzico di strategia aggiuntiva che ci permette di fatto di affrontare i livelli in mille modi differenti.
Quando finirete la campagna principale di Superhot vi si aprirà un mondo fatto di sfide e di una modalità infinita all’interno della quale non escludo che passerete numerose ore del vostro tempo. Credo di non esagerare dicendo che potrei considerare la campagna principale come un immenso tutoria, e quella infinita come la vera essenza dell’esperienza. Sta di fatto che non importa come vi approccerete al gioco, questo saprà sempre donarvi momenti di puro divertimento. Anche le sfide sono una vera e propria gioia per i simil-completisti, dato che ci metteranno a risolvere situazioni già viste nella storia ma con varianti decisamente interessanti che ci obbligheranno a ragionare molto più di prima per poterne uscire vincitori.
Concentrandoci per un momento sulla versione Nintendo Switch di Superhot, possiamo ritenerci estremamente soddisfatti. Sapevamo che la caratteristica grafica low poly avrebbe permesso al titolo di non gravare troppo sull’hardware della console ibrida, e siamo stati più che felici di constatare che questo ha addirittura permesso al gioco di girare perfettamente fluido con un frame rate granitico fissato sui graditissimi 60 FPS. Anche i caricamenti non sono eccessivamente lunghi e dunque l’esperienza è assolutamente godibile anche on the go. Tra le feature migliori che si porta dietro questa conversione c’è sicuramente il supporto ai controlli giroscopici – attivabili e disattivabili in qualsiasi istantea piacimento mediante la pressione del tasto “-” – e che permettono una mira pulita e precisa. Forse questo avviene un pò meglio usando il pro controller, i joycon non sono sempre troppo responsii, ma in generale il tutto si adatta benissimo ad ogni configurazione concessa dalla console.
Che dire, dunque, se non che siamo di fronte ad uno dei giochi indie più importanti che recentemente hanno fatto la gioia dei possessori di Nintendo Switch? Se non lo avete mai provato prima questo è il momento di recuperare al più presto Superhot, non fatevi scoraggiare da un prezzo non completamente accessibile, poiché ogni centesimo speso vale assolutamente il costo del biglietto. Superhot su Nintendo Switch è una superba conversione di uno dei migliori giochi FPS mai realizzati, e dimostrando ancora una volta quanto questa piattaforma sia la salvezza di ogni amante dei giochi indipendenti.
VOTO FINALE - 9.1
9.1