Recensione: Shantae and the Pirate’s Curse (WiiU e 3DS eShop)

Mentre WayForward sfondava su una campagna Kickstarter per portare su tutte le piattaforme il suo popolarissimo franchise Shantae in un nuovo episodio denominato “Shantae: Half-Genie Hero”, non si dimenticava delle sue radici Nintedare. Shantae and the pirate’s curse è un titolo nato con l’intento di chiudere la storia iniziata con il titolo originale nato su Game Boy Color. Rispetto al precedente “Shantae: Risky’s Revenge”, siamo di fronte ad un avventura epica e decisamente più completa capace di sprigionare tutta la maestria sempre dimostrata da WayForward e raramente ritrovabile in altri studi indipendenti. Dopo gli eccellenti “Mighty Switch Force” e l’intramontabile “Ducktales: Remastered” arriva su WiiU, e su 3DS, un nuovo must-have per i possessori di queste console.

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Nel raccontarvi brevemente la storia di Shantae and the pirate’s curse vi faccio presente che se non avete già giocato i precedenti episodi potrete perdervi moltissimi riferimenti e battutine che portano il lavoro di rifinitura della storyline ad un altissimo livello di narrazione. Per la prima volta la danzatrice del ventre genio dai portentosi capelli verrà catapultata nel vivo di una nuova avventura priva dei suoi poteri magici. In più, sarà costretta a collaborare con il tremendo pirata Risky Boots per salvare Sequin Land da una maledizione. Senza magia, però, la folta chioma non basterà a raggiungere il suo obiettivo e Shantae dovrà trovare nuove armi e nuovi oggetti da utilizzare per proseguire fino a sconfiggere il temibile… SPOILER PREVENTED

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The pirate’s curse presenta numerosi miglioramenti rispetto alla formula classica di Shantae. Invece che viaggiare lungo un enorme mondo orizzontale, ci viene offerta la possibilità di esplorare l’ambiente di isola in isola, attraverso ambientazioni ispirate dallo stile Metroidvania ma prive di fastidiosissime fasi di backtracking che, se mal gestite, non farebbero altro che rallentare la narrazione. Attenzione, però, che la mancanza di backtracking non significa essere di fronte ad un videogioco lineare privo di situazioni nelle quali potremmo sentirci perduti. Infatti, la maggior parte delle isole richiede di essere rivisitata più volte sia durante l’avventura sia durante la fase di ricerca dei collezionabili. Come il migliore dei Metroidvania, ovviamente, molti oggetti saranno raggiungibili solo dopo aver ricevuto determinati poteri, previa l’attenta osservazione dell’ambiente circostante. Tra i collezionabili, vi sarà chiesto di scovare ed annientare i (20) Cacklebat maledetti e di raccogliere i (36) calamacuori che, a gruppi di quattro, contribuiranno all’incremento della vostra energia vitale. Se per la maggior parte di essi l’impegno richiesto è solamente quello di capire come raggiungere la loro posizione, per alcuni dovrete davvero spremervi le meningi ed avere fortuna perché non sarà per nulla semplice scoprirli tutti.

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La mappa è realizzata in maniera egregia. Ciascuna area presenta un ambiente esterno ed un covo del male, l’equivalente dei dungeon tanto cari agli amanti delle avventure zeldiane. L’esplorazione è fedelmente guidata dalle indicazioni riportate dal gamepad e dallo schermo secondario del 3DS senza però entrare mai in un dettaglio tale da facilitare le nostre azioni. Numerosi checkpoint disseminati qua e la sopperiranno alla mancanza di salvataggi automatici dandovi modo di decidere come e quando riprendere fiato. Qui mi sento di darvi un consiglio: salvate, salvate spesso, quella che sembra una semplice passeggiata potrebbe a volte rivelarsi la causa della vostra morte precoce. Il livello di difficoltà non supera mai la soglia di sopportazione di un casual gamer ma è tale da impedire incoscienti assalti kamikaze attraverso l’esplorazione dei vari isolotti. Più di una volta mi sono trovato a dire “ma si che sarà mai andare dal punto A al punto B, salverò dopo”… ERRORE!!!! Il bello è che spesso sarete talmente tanto assorbiti dall’avventura che non ci penserete nemmeno.

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Il gameplay non rivoluziona nessun genere a noi conosciuto. Sarete di fronte al più classico dei platform in stile Metroidvania, ma con tanto di quello stile da vendere che non vi preoccuperete nemmeno un istante di vedere qualcosa di “nuovo”. I potenziamenti traggono ispirazione da grandi capolavori come Ducktales e Shovel Knight, Metroid, Megaman e altri ancora, ma lo fanno con una maestria tale da farci credere di essere di fronte a qualcosa di mai visto prima. Alle fasi di esplorazione classica verranno aggiunte fasi steath nelle quali tenteremo di fuggire dalla prigionia di un regno popolato da pazzoidi ai quali manca la loro regina e fasi runner dove l’obiettivo è quello di portare a destinazione una ragazza zombie prestando attenzione di mantenere al suo posto il nostro cervello. In più, sono presenti numerosissime sidequest che di secondario hanno ben poco visto che serviranno tutte per procedere nella storia.

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Il comparto grafico è da sempre il punto di forza dei ragazzi di WayForward. La simbiosi perfetta tra pixel art e alta definizione trova in Shantae and the pirate’s curse l’apice dell’espressione artistica dei level designer. Il fascino degli 8-bit sullo sfondo, si incontra maestosamente con il bello dell’hd della narrazione. Su 3DS abilitare l’effetto 3D vi verrà spontaneo ed una volta attivato non potrete più farne a meno. Le musiche di Jake Kaufman, veterana di WayForward, sono stupefacenti. Ci sono brani creati appositamente per questo episodio ed ottimi remix di vecchi temi riportati alla gloria, con immenso piacere per i fan di vecchia data. Le tracce non hanno nulla da invidiare alla maestria dimostrata dai più grandi compositori che collaborano con Nintendo e che realizzano piccole perle acustiche impossibili da dimenticare (ehm ehm David Wise ehm ehm).

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Se qualcuno mi dovesse chiedere di sforzarmi a trovare un difetto a Shantae and the pirate’s curse, forse potrei fare un accenno alla longevità. Sebbene una durata di una decina di ore può considerarsi appropriata per un videogioco indie di tale entità, mi sento di dissentire quando il prezzo di quest’ultimo si aggira intorno ai 17€. In aiuto subentra una “modalità pirata” che permette di rigiocare l’intera storia con tutti i potenziamenti fin da subito e che può aiutare quei giocatori che desiderano raccogliere tutti i collezionabili rinunciando al backtracking o agli speedrunner che si sfidano a colpi di record. Quello che però è impossibile da dire è che tale titolo non merita un acquisto, anche a prezzo pieno. Siamo di fronte ad un must-play, un qualcosa di speciale che farà sicuramente contenti migliaia di fan della bellissima (e dotatissima) geniessa dai capelli viola. Siamo di fronte al trionfo per WayForward e ad una delizia imperdibile per i giocatori. Quest’ultimo non è solo il miglior gioco di Shantae, ma può essere considerato il successo più grande di WayForward ad oggi. Siamo lieti di vedere Shantae ampliare i suoi orizzonti con l’arrivo del multipiattaforma “Half-Genie Hero”, ma sarà difficile superare questa eccellente avventura in esclusiva Nintendo eShop.

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Mentre WayForward sfondava su una campagna Kickstarter per portare su tutte le piattaforme il suo popolarissimo franchise Shantae in un nuovo episodio denominato "Shantae: Half-Genie Hero", non si dimenticava delle sue radici Nintedare. Shantae and the pirate's curse è un titolo nato con l'intento di chiudere la storia iniziata con il titolo originale nato su Game Boy Color. Rispetto al precedente "Shantae: Risky's Revenge", siamo di fronte ad un avventura epica e decisamente più completa capace di sprigionare tutta la maestria sempre dimostrata da WayForward e raramente ritrovabile in altri studi indipendenti. Dopo gli eccellenti "Mighty Switch Force" e l'intramontabile "Ducktales: Remastered" arriva…
VOTO FINALE - 9

9

3 thoughts on “Recensione: Shantae and the Pirate’s Curse (WiiU e 3DS eShop)

  • 5 Febbraio 2015 alle 18:46
    Permalink

    Recensione bella e chiara come sempre, ovviamente la “critica” al livello di sfida basso fa riferimento alla tua bravura, una schiappa come me troverà senz’altro ben superiori difficoltà

    • 5 Febbraio 2015 alle 18:54
      Permalink

      Haha no dai ma considerando titoli ben più complessi ed i capitolo precedenti di Shantae mi aspettavo molto di più… Hai battuto il boss finale di Teslagrad, se fai un buon uso dell’inventario non avrai grossi problemi nemmeno qui 😉

  • 6 Febbraio 2015 alle 13:07
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    Diciamo che i giochi con un livello di difficoltà basso me li tengo buoni per quelle serate in cui voglio staccare i neuroni e rilassarmi… Tipo AC Blackflag… Dopotutto, sempre di pirati si tratta! 😛 P.S. Tutto ok oggi con la visualizzazione del sito! 😉

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