Recensione: Blek (WiiU eShop)

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Il gioco che sto per presentarvi ricade nella fascia di titoli che non sono adatti a tutte le persone. Non per questione di gusti o di preferenze videoludiche, ma bensì per motivi legati alla capacità di immaginazione ed alla quantità di pazienza che ciascuno di noi possiede. Se siete quel genere di persone che di fronte ad un puzzle game utilizzano un approccio del tipo “risolvo il livello e vado avanti” probabilmente non coglierete nemmeno l’essenza celata dietro al gameplay di Blek. Se invece siete curiosi e vi piace la sperimentazione, provare soluzioni alternative ad un problema, e amate le sfide (ma le sfide vere), forse ho la speranza di convincervi che l’acquisto di questo titolo non vi deluderà.

E’ molto difficile descrivere Blek a parole, guardando il video del trailer io stesso sono stato ingannato dall’aspetto semplicistico del titolo e non avevo compreso a pieno le dinamiche fino a quando non ho avuto modo di provarlo con stick alla mano. Ho trovato in rete il trailer della versione per iOs nel quale si possono vedere, oltre al gioco, i movimenti effettuati dall’utente, successivamente rimossi nel video di presentazione della versione WiiU. Ve lo posto in aiuto di quanto andrete a leggere più avanti.

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Blek è un titolo unico e originale che premia l’immaginazione e la personalità del giocatore. Le linee che tracciate prendono vita e guardare le vostre creazioni muoversi sarà come assistere a una magia. L’obiettivo è semplice: tracciare una linea che raccoglie tutti i cerchi colorati evitando i buchi neri che essa incontrerà lungo il tragitto. Non ci sono mosse specifiche che occorre imparare. Per ogni livello esistono infinite soluzioni, da quella più semplice a quella straordinariamente complessa e profonda.

L’idea di base, come avrete intuito, è di una semplicità disarmante. Già vincitore di diversi riconoscimenti internazionali, Blek propone un’idea che soltanto a guardarla ci si chiede come mai nessun altro sviluppatore ci avesse pensato prima. Nato dalle menti di due fratelli Austriaci, sicuramente ispirati da titoli appartenenti al genere che ha dato vita a color zen, e pubblicato per noi da Broken Rules, autori di Chasing Aurora, il gioco nasce con l’intento di non fornire nessuna informazione all’utilizzatore. E’ così che vi ritroverete soli, con il trial and error come unica arma a vostra disposizione. Lo stesso menù principale deve essere risolto per poter dare il via ad una lunga serie di 60 livelli di difficoltà sempre più elevata.

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L’idea semplice di tracciare solamente una linea che replica se stessa e che rimbalza sui bordi dello schermo viene ampiamente compensata dal level design. Dovrete avere spesso fortuna e intuizione per disegnare il pattern vincente, quello che attraverserà a l’intero schermo collezionando i bollini colorati ed evitando tutti gli ostacoli. Poiché non esiste un unica soluzione, o comunque non c’è una tecnica generale che è possibile adottare in tutti i livelli, ho deciso di provare il gioco con degli amici (successivamente denominati Alice, Bob) per vedere come ciascuno avrebbe affrontato i vari stage.

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Il livello qui sopra è stato oggetto di riflessione. Mentre Alice dopo aver studiato attentamente il livello è riuscita a risolverlo grazie ad una forma che ricorda molto un elettrocardiogramma, Bob preferiva avvicinarsi alla soluzione grazie a molti tentativi rapidi ed affidandosi alla fortuna. Una volta risolto, però, entrambi hanno voluto sperimentare nuove forme scoprendo un dettaglio che superficialmente non era saltato all’occhio; tutti i livelli del gioco contengono dei suggerimenti nascosti nella disposizione degli oggetti. Se siete dei bravi osservatori ed avete le capacità di prevedere il percorso della vostra creazione, non avrete grossi problemi a proseguire e sarete stimolati a tracciare nuove forme anziché utilizzare e adattare i soliti due o tre pattern.

Il grado di variabilità negli elementi che compongono i vari livelli è minimo; oltre ai cerchi colorati ne troveremo alcuni che quando colpiti spareranno una sorta di proiettile necessario a raccogliere degli elementi ricoperti di nero che altrimenti ci sarebbero fatali. A volte questi oggetti ruoteranno su se stessi richiedendo, oltre alla creazione del pattern corretto, un tempismo che rasenta la perfezione. Ulteriore elemento che aumenterà notevolmente la difficoltà di alcuni stage, infine, è rappresentato da dei punti di teletrasporto.

Gameplay_2

Nella sua semplicità, dunque, Blek riesce ad implementare un idea senza scadere mai nel banale o nello scontato. La presentazione grafica è sicuramente pulita ed essenziale ma decisamente elegante, soprattutto grazie agli effetti sonori che accompagnano il movimento della linea, la raccolta di un punto colorato o l’impatto contro un ostacolo. Sarebbe stato piacevole avere uno strumento con il quale poter saltare (almeno momentaneamente) quei livelli particolarmente ostici che rendono il gioco poco adatto a chi in quel momento vorrebbe solo rilassarsi e che quindi preferirebbe relegare certe sfide a momenti più opportuni. Di sicuro, però, chi non ha pazienza e non ama le esperienze trial and error troverà serie difficoltà a digerire un titolo come Blek. Poi magari si scopre che il gioco è facilissimo e sono io che non sono in grado di risolvere le sfide proposte dagli sviluppatori, ma questo è un discorso a parte 😀

VOTO FINALE : 8/10

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3 thoughts on “Recensione: Blek (WiiU eShop)

  • 12 Febbraio 2015 alle 17:11
    Permalink

    Bella rece, sisko!

    • 12 Febbraio 2015 alle 17:13
      Permalink

      Grazie mille 😉

  • 25 Febbraio 2015 alle 11:59
    Permalink

    L’ho provato, ma è troppo cervellotico per me. L’approccio “alla Bob” era l’unico che mi divertiva, solo che nei livelli più alti diventava inservibile! E anche impegnandomi, una volta capita “la chiave” per risolvere un livello, mi servivano ancora decine di tentativi prima di riuscirci: la precisione richiesta è davvero esagerata!

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