[Recensione] The Beggar’s Ride (WiiU eShop)

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Dicono che l’abito non fa il monaco. Dicono che si può essere appariscenti e non valere nulla così come avere l’aspetto di un poveraccio e portare dentro di sé una forza d’animo capace di muovere montagne. Questo è più o meno il modo in cui è possibile riassumere il concetto chiave attraverso il quale si sviscera il viaggio ludico che sarà possibile affrontare grazie a The Beggar’s Ride. Una trama narrata poco per volta ed un protagonista del tutto inusuale sono il frutto del lavoro di Bad Seed, uno studio indipendente Italiano che dopo aver debuttato sul mercato dei dispositivi mobili si affaccia ora all’eShop con un porting che sembra essere nato apposta per la fruizione sulla nostra console casalinga di fiducia.

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La trama ruota intorno alle vicende di un povero senzatetto, abituato a vivere in solitudine e ad affrontare difficoltà ogni giorno più grandi. Come in tutte le fiabe hollywoodiane, un evento del tutto inaspettato fornirà al protagonista l’occasione di dare una svolta alla propria vita; in un misto tra “The mask” ed “una settimana da Dio”, l’anonimo mendicante sarà in grado di vestire i panni di una divinità, assumendo poteri in grado di cambiare radicalmente tutto ciò che lo circonda.

La prima cosa che viene da pensare una volta trascorsi i primi minuti di gioco è: “Ma perché un gioco con una qualità del genere non è stato pubblicizzato abbastanza?”. Siamo onesti, quanti di voi avevano sentito parlare del gioco prima di venirne a conoscenza attraverso la recente pubblicazione sull’eShop? Siamo di fronte ad un titolo che merita di essere provato, visto anche prezzo pressoché irrisorio. Grazie alle potenzialità del paddone il porting di “The Beggar’s Ride” è riuscito a dimostrare come, con un po’ di impegno, qualunque sviluppatore potrebbe affacciarsi al mondo Nintendo offrendoci esperienze di gameplay fresche e divertenti.

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The Beggar’s Ride va sicuramente giocato su due piani diversi: quello ludico e quello emozionale. Se il primo è a volte affaticato da un gameplay volutamente macchinoso (soprattutto nelle fasi platform), il secondo riesce a farci appassionare alle vicende del povero barbone. Ma procediamo con ordine.

La narrazione, volutamente lenta e trascinante, è affidata ad eventi contestuali del mondo di gioco che ci svelano un passo per volta il background narrativo del Dio e del vecchio mendicante evidenziandone i sentimenti ed i pensieri attraverso un eccellente doppiaggio in inglese. Il tutto si fonde alla perfezione con l’ambiente circostante, facendo si che l’aspetto narrativo sia un tutt’uno con quest’ultimo.

Il gameplay, seppure come accennato è a volte macchinoso, riesce a sfruttare a pieno le potenzialità del gamepad e sarà spesso rinnovato grazie alla riscoperta graduale dei vari poteri acquisiti attraverso la maschera ritrovata all’inizio dell’avventura. Ricordiamoci che il protagonista, oltre a non essere un leggendario eroe, è goffo e spesso impacciato; di conseguenza, i salti che andremo ad effettuare non saranno mai elevati e le sporgenze alle quali ci aggrapperemo metteranno a dura prova i nostri (pochi) addominali.

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Nel corso del nostro viaggio spirituale, acquisiremo i più disparati poteri: dalla capacità di manipolare le nuvole per creare tempeste di pioggia capaci di agevolarci l’attraversamento di un dirupo (proprio come visto su Typoman), passando dalla possibilità di causare terremoti per muovere a nostro vantaggio gli elementi di gioco, fino al potere di governare Sole e Luna.

Per indossare la maschera, e quindi attivare la “modalità divina”, sarà sufficiente una pressione prolungata del tasto “A”. Da quel momento, sarà possibile controllare le abilità ottenute attraverso il comodo schermo touch ed i sensori di movimento. I puzzle da affrontare saranno sempre interessanti, ostici quanto basta e mai stressanti. Giusto qualche nemico sapientemente posizionato qua e là aggiungerà un tocco di sfida senza mai farci pentire di avere acquisito un così potente privilegio. Grazie a checkpoint ben distribuiti ed alla possibilità di resettare con un semplice tocco il puzzle corrente, le fasi di trial & error non saranno mai la causa della nostra resa.

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Sul versante grafico il titolo sfodera le sue carte migliori, presentandosi fin da subito come una produzione di indubbio valore e facendoci quasi dubitare della sua provenienza dal mercato mobile. La modellazione poligonale è buona, le schermate sono pulite e mai confusionarie, e lo stile grafico scelto per la caratterizzazione del mondo di gioco e della narrazione è di ottimo livello. Forse sono solo i nemici, fortunatamente pochi, a risultare anonimi; ma su questo siamo disposti a chiudere un occhio 😉

L’accompagnamento sonoro, seppure non memorabile, ci accompagnerà in maniera godibile lungo tutto il corso dell’avventura. Peccato per un piccolo bug (?) che a volte non fa funzionare a dovere l’audio del gamepad, rovinando l’esperienza di gioco per chi ama la funzione di off-tv; problema che mi si è presentato alcune volte e che sicuramente è fixabile da un aggiornamento software.

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Tirando le somme siamo di fronte ad un’esperienza di indubbio valore che, seppure non propriamente longeva, ci garantirà le canoniche 5-6 ore di divertimento casalingo. Visto anche il prezzo perfettamente in linea con altre produzioni analoghe, The Beggar’s Ride va consigliato poiché piacevolissimo da giocare, mai frustrante e senza veri e propri difetti che ne minino la godibilità. La varietà degli enigmi e la storia proposta attraverso uno stile cartonesco sono la dimostrazione che anche le case di produzione italiane hanno tanto da offrire, e non solo nel nostro mercato. E poi ragazzi, ci sono i collezionabili 😀

Dicono che l’abito non fa il monaco. Dicono che si può essere appariscenti e non valere nulla così come avere l’aspetto di un poveraccio e portare dentro di sé una forza d’animo capace di muovere montagne. Questo è più o meno il modo in cui è possibile riassumere il concetto chiave attraverso il quale si sviscera il viaggio ludico che sarà possibile affrontare grazie a The Beggar’s Ride. Una trama narrata poco per volta ed un protagonista del tutto inusuale sono il frutto del lavoro di Bad Seed, uno studio indipendente Italiano che dopo aver debuttato sul mercato dei dispositivi…
VOTO FINALE - 8

8

2 thoughts on “[Recensione] The Beggar’s Ride (WiiU eShop)

  • 20 Aprile 2016 alle 14:05
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    Perfetto…lo ritenevo interessante da “mmm si va beh” invece mi avete fatto in parte ricredere. Lo segno. Penso lo prenderò sicuramente…ma non ora…magari in estate…ora troppa carne al fuoco…ancora 2 indie lasciati a metà…anzi…anche all’inizio…e 2 giochi retail ancora da completare (uno riguarda l’inchiostro ed uno un piccolo dinosauro verde ;)) ed ho la volpe in arrivo accompagnato dal big brother :). Troppa…troppa roba :). Questo però me lo segno…

  • 1 Maggio 2016 alle 10:48
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    Non mi aspettavo una recensione così entusiasta, soprattutto per quel pregiudizio nei confronti del mercato mobile. E invece…poi sono Italiani, supportiamoli allora!

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