Recensione: Costume Quest 2
Doublefine torna a bussare alle nostre porte con un nuovo episodio di Costume quest e porta sulle nostre WiiU un genere stranamente mancante su una console Nintendo ovvero il JRPG a turni.
La storia ci vedrà impegnati, nei panni dei due fratelli Wren e Reynold, a sconvolgere i piani del malvagio dentista (ne esistono di diversi?) Orel White che sogna un mondo senza Halloween, costumi e sopratutto dolci.
Piccola domandina personale: ma il sogno del nostro Orel non lo porterebbe alla disoccupazione? Vabbè, è una di quelle classiche domande che ci facciamo quando, da adulti, riguardiamo un qualunque cartone animato concepito per personcine di età inferiore alla nostra, ed è il caso di Costume quest 2.
Non che sia un gioco infantile o pensato esclusivamente per i bambini, diciamo che può divertire giocatori di varie età, ma forse, per goderne appieno, bisogna essere un pò bambini dentro, come quando si guarda un film di Harry Potter.
All’inizio del gioco, ci troveremo davanti ad alcuni varchi dimensionali e, dopo una scenetta fra i quattro amici (Wren, Reynold, Everett e Lucy), finiremo esattamente nella nostra città, proprio nella stessa notte in cui era cominciata la storia del primo gioco.
Presto però ci ritroveremo, aiutati dagli ormai adulti Lucy e Everett, a dover rincorrere il dottor Orel che, con l’aiuto di un talismano col quale può spostarsi attraverso il tempo e dei Repugiani, i mostriciattoli del primo episodio, tenterà di far sparire Halloween e far diventare illegali dolciumi e costumi.
Una trama simpatica, leggera e cartoonesca (come lo stile grafico scelto) per un gioco tutto sommato godibile.
Molto buono il level design delle varie zone, specialmente il quartiere francese e Nuova repugia che sono le zone che ho apprezzato di più.
Da amante del cel shading, ho potuto apprezzarne il suddetto stile grafico che da il meglio di se nelle animazioni dei personaggi, specialmente in combattimento.
Discrete le colonne sonore, semre in tema col gioco e simpatiche. Per quel che riguarda l’italiano, ovviamente in una produzione di questo livello, è assente il doppiaggio, limitandosi ai sottotitoli che, purtroppo, ogni tanto presentano errori grammaticali, ma niente di insuperabile: sono sempre più comprensibili di un qualsiasi adolescente alle prese con gli sms (ok, stò invecchiando, lo sò: la prossima recensione la farò col cappello di feltro in testa).
Come è stato detto sopra, il gameplay è quello di un JRPG, per capirsi, simile a quello dei giochi rpg di Mario e Luigi.
Quando è il nostro turno potremo usare una skill d’attacco e dovremo premere nuovamente lo stesso tasto al momento giusto per poter colpire più precisamente e causare più danno.
Lo stesso sarà possibile fare per difenderci dato che, a una precisa pressione del tasto assegnato al personaggio attaccato dai nemici, corrisponderà una riduzione del danno subito.
Completano il tutto le azioni speciali, caricate combattendo e diverse per ogni costume ed è qui che entrano in gioco i vari travestimenti.
Ne troveremo parecchi e oltre a darci un nuovo aspetto e nuove abilità, spesso ci serviranno per risolvere piccoli enigmi ed avanzare nel gioco.
Molti hanno pure bonus o malus contro i vari tipi di nemici che sono di tre tipi: magici, tecnologici e mostri, il che servirà ad aggiungere profondità al gioco dato che dovremo utilizzare il costume più adeguato ad un determinato tipo di nemico.
Un altra variabile sono le figurine, da ottenere in vari modi che, se usate in combattimento, ci faranno ottenere aiuti spesso più che utili.
Non possono mancare, in un JRPG che si rispetti, le missioni secondarie che, in tema con l’ambientazione, varieranno dal bussare chiedendo dolcetto o scherzetto, al giocare a nascondino e così via.
In definitiva, il gioco vale la candela (dentro a una zucca, of course) e diverte; dove soffre un pò è sul sistema di gioco che, forse per rendere Costume quest 2 accessibile a tutti, non diventa mai profondo come ci si potrebbe aspettare, ma a volte si può giocare un gioco pure senza impazzire fra sigle, comandi astrusi e pressione contemporanea di quattro tasti, no?
Un piccolo appunto però voglio farlo: il gamepad non è stato usato per niente, si sarebbe potuto almeno mettere l’off-tv play.
Si ringrazia Doublefine per aver fornito la copia usata per la recensione.
VOTO FINALE: 7.5/10
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