[Recensione] Orten Was the Case

Proprio in questi giorni il PlayStation Store ha accolto un nuovo titolo molto coinvolgente che vi consigliamo di non sottovalutare assolutamente. Orten Was the Case è un progetto che sembra essere nato proprio per abbracciare la filosofia del gioiellino firmato Sony, offrendo un gameplay avvincente e profondo ma allo stesso tempo rapido ed estremamente adatto ad essere fruito in sessioni di modesta durata, esattamente quel tipo di esperienza che come ben sapete piace alla nostra redazione. Orten Was the Case è sicuramente un titolo che già ha potuto dare prova della sua validità fin dal suo primo annuncio, e dopo aver aspettato pazientemente per qualche mese è finalmente arrivato il momento di provarlo in versione PlayStation 5, evento che stavamo aspettando con un certo interesse. Non perdiamo altro tempo, dunque, e tuffiamoci a capofitto nel magico mondo di Orten Was the Case, titolo firmato Woodhill Interactive (in veste di sviluppatore e publisher) che cerca di portare un pò di novità all’interno di un genere ormai più volte riproposto.

La storia di Orten Was The Case è complessa da comprendere fino a che non ci si addentra a fondo nelle sue meccaniche peculiari, che richiedono la ripetizione di cicli per arrivare fino alla sua reale conclusione. Con ogni nuovo ciclo, il giocatore acquisisce una maggiore conoscenza dei meccanismi del gioco, delle sue peculiarità e della sua storia. Nonostante la stranezza e la mancanza di superpoteri, Ziggy deve fermare un’imminente esplosione nucleare destinata a spazzare via la terra, e sorprendentemente comprende anche la cittadina in cui vive: Orten. Si sveglia senza ricordare assolutamente nulla e, indagando sulle persone intorno a lui, inizi a ricordare cosa è successo esattamente a Ziggy. Inizialmente, il gioco ti dà circa una quindicina di minuti per sistemare tutto, un tempo piuttosto breve.

La storia inizia in modo abbastanza semplice con Ziggy che segue indizi su chi è, dove era la scorsa notte e dove dovrebbe essere. Tuttavia, man mano che il giocatore avanza, il conflitto dell’esplosione si trasforma in uno di spiritualismo, occultismo e segreti di illusori pezzi grossi aziendali. Parte del mistero viene svelato muovendosi nella narrazione principale, ma ci sono missioni opzionali per ripristinare la memoria di Ziggy e un paio di poster nell’ambiente che suggeriscono il mondo più vasto. Molti fili compongono questa vasta rete e il giocatore investigativo si divertirà a districarli.

La meccanica del loop di cui vi abbiamo anticipato qualcosa è ben integrata, anche se il timer si blocca quando ci si trova in un menu, durante alcuni enigmi. E’ possibile riavviare il tempo manualmente o utilizzare i checkpoint sparsi in tutto il mondo, ed è spesso necessario ricominciare da capo un loop perché alcune missioni richiedono che tu sia estremamente puntuale e non sarai in grado di completarle tutte in un unico ciclo. Questi tempi vengono registrati nel tuo diario di bordo, insieme a visioni/ricordi, indizi che aiutano con alcune sezioni del puzzle e il tuo stato generale. Ogni ciclo e missione ti fornisce conoscenze aggiunte in modo permanente alla scheda degli indizi, anche se tutti gli oggetti che hai raccolto devono essere recuperati dopo aver ricominciato da capo e puoi portare con te solo due oggetti alla volta.

Orten Was The Case diventa così un enorme puzzle game in cui devi trovare indizi e collegarli tra loro per scoprire cosa sta succedendo e come fermare il caos. Un aspetto positivo da tenere in considerazione valutando il gioco è la sua estrema versatilità, in quanto spesso esistono più modi per realizzare un singolo obiettivo. Puoi vedere la sequenza temporale degli eventi attraverso la scheda delle informazioni e iniziare a costruire un percorso su cosa fare dopo. Capire senza ricorrere ad una guida l’ordine degli eventi ti dà molta soddisfazione e ci spinge a curiosare sempre di più ogni singola ambientazione. E questo è un grande pregio di Orten Was The Case visto che man mano che continui a cercare oggetti e a soddisfare le richieste, i posti che puoi raggiungere a Orten diventano sempre più grandi. Dall’esterno c’è la strada principale e la strada per Woodhill, un piccolo villaggio, ma una volta scoperti i tetti e i tunnel segreti, Orten smette di essere un piccolo sobborgo ordinario.

I checkpoint sono una meccanica piuttosto unica per questo tipo di giochi. Alcuni obiettivi e percorsi premiano il giocatore non solo con la conoscenza, ma anche con oggetti utili per completare altri compiti. Non dover ripetere queste azioni ogni volta è utile, sebbene richieda anche una certa velocità da parte del giocatore. È un sistema di rischio/rendimento molto interessante. Grazie ad una spaziatura intelligente, mi sono anche ritrovato piacevolmente sorpreso ogni volta che riutilizzavo un checkpoint mentre perseguivo un obiettivo diverso. Orten Was The Case non è così difficile come potrebbe sembrare. Il gioco ti permette di scegliere il livello di difficoltà ed è organizzato per riflettere quanti indizi vorresti vedere durante le tue indagini e collegare insieme gli eventi. Passare alla difficoltà facile ti consente di tenere traccia di ogni singolo evento importante. Suggerisce cosa fare dopo, mentre la difficoltà minima riduce tutto ciò che può essere considerato un riferimento al progresso.

Orten Was The Case combina una grafica in 2D con una più tridimensionale e utilizza questo senso di profondità distorto come strumento per nascondere la progressione. Le cose devono essere affrontate da angolazioni specifiche altrimenti non funzioneranno, il che potrebbe farci mettere un pò più del solito a metabolizzarne al meglio le meccaniche. Visivamente, gli elementi crudi di un’area suburbana perduta ma in qualche modo viva in Svezia sono ben presentati. Ho particolarmente apprezzato anche il modo in cui la colonna sonora ambientale in sottofondo suona eccezionalmente bene. La colonna sonora è dinamica e cambia una volta arrivati ​​in una parte diversa di Orten.

Orten Was the Case, nel complesso, è stata un’esperienza davvero piacevole per me nonostante ci siano stati alcuni momenti di alti e bassi. L’ho trovato sia stimolante che gratificante piacevole, con un gameplay che mi ha interessato in quanto fluido e sfidante, nonostante per natura non sia adatto a tutte le tipologie di giocatori (quelli poco avvezzi al genere per esempio). Per quanto riguarda PlayStation 5 non solo segnaliamo che il titolo risulta piacevole al pari di tutte le altre piattaforme sulle quali il gioco è stato reso disponibile, ma siamo abbastanza sicuri di come la sua formula assolutamente appagante si sposi in maniera pressoché perfetta con la filosofia del gioiellino firmato Sony. Se amate i titoli dove l’avanzamento richiede impegno e dedizione vi consigliamo di farlo vostro quanto prima, anche senza aspettare alcuno sconto.

Proprio in questi giorni il PlayStation Store ha accolto un nuovo titolo molto coinvolgente che vi consigliamo di non sottovalutare assolutamente. Orten Was the Case è un progetto che sembra essere nato proprio per abbracciare la filosofia del gioiellino firmato Sony, offrendo un gameplay avvincente e profondo ma allo stesso tempo rapido ed estremamente adatto ad essere fruito in sessioni di modesta durata, esattamente quel tipo di esperienza che come ben sapete piace alla nostra redazione. Orten Was the Case è sicuramente un titolo che già ha potuto dare prova della sua validità fin dal suo primo annuncio, e dopo aver aspettato pazientemente…
Orten Was The Case - Un gioco di avventura rompicapo/esplorazione con movimento libero in cui giochi nei panni di un giovane intrappolato in un loop temporale con il semplice compito di salvare il mondo dalla distruzione letterale.

Orten Was the Case

VOTO FINALE - 7.6

7.6

Orten Was The Case - Un gioco di avventura rompicapo/esplorazione con movimento libero in cui giochi nei panni di un giovane intrappolato in un loop temporale con il semplice compito di salvare il mondo dalla distruzione letterale.

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